08 - Un priorato particolare

I festeggiamenti di S’Arbore sono finiti, e il passaggio di consegne è stato ufficializzato.
Il priore uscente ha portato a termine il suo mandato ma non sarà dimenticato. All’epigrafe marmorea collocata sulla facciata esterna della più grande delle cumbessias, quella dell’accoglienza e della mensa, sarà aggiunto il suo nome, in calce a quello di tutti i priori che lo hanno preceduto dal 1890.
32[C]: Le steli marmoree all’esterno del centro di accoglienza, con i nomi dei priori di San Francesco di Lula dal 1890, aggiornata ogni anno.
Ma il ricordo del suo operato non finisce qui. Resterà anche la consapevolezza, fors’anche prima ignota, di una remota consanguineità con tutti quei nomi delle righe sopra il suo. Fratellanza di sangue voluta dalla tradizione che esige priori in linea di discendenza, vera o presunta, con il capostipite della tradizione Francescana lulese.

Gli onori, e gli oneri, del nuovo priore iniziano oggi. Consultazioni con il comitato, proselitismo, programma annuale degli interventi conservativi e migliorativi delle strutture del santuario, organizzazione della prossima ricorrenza autunnale, e a seguire di quella della “festa grande” di maggio del prossimo anno; la più frequentata. E ovviamente organizzare la questua per tutto questo e altro ancora.

La questua viene effettuata a due “livelli”: quella generalizzata, porta-a-porta, organizzata soprattutto dalle donne dell’entourage presso negozi e abitazioni, che garantiscono un fiume di piccole offerte in denaro. E poi c’è quella fatta prevalentemente dal priore stesso e da pochi collaboratori “specializzati” che si occupano di contattare soggetti mirati in grado di effettuare donazioni più corpose, e allevatori che intendono donare capi di bestiame e formaggi per i periodi delle due feste.

Proprio in merito alla questua, è del 2013 un intervento del vescovo Mosè Marcia che ha redarguito i priori riguardo il territorio d’azione che ormai allargato a mezza Sardegna, dovrebbe essere riportato alle sole parrocchie nuoresi e a quelle della forania di Bitti. Decisione fonte di diatribe e critiche in quanto verrebbero esclusi territori ad alta densità di fedeli del Santo in questione, come Oliena e Dorgali. Ma l’ammonimento più pesante del Vescovo riguarda proprio la festa de S’Arbore, a suo dire spacciata dai nuoresi per tradizione ma in realtà occasione di mero spreco e goliardia.