20 - Altri Cammini di fede in Sardegna

Altri cammini sono assurti agli onori  della cronaca sulle glo­rie del Camino de Santiago. Pare infatti che da qualche anno a questa parte San Giacomo stia facendo proseliti anche in Sarde­gna con sos Camminos de Santu Jacu. “Sos”, plurale, perché sia­mo arrivati all’assurdo delle beghe mediatiche ed epistolari fra i sedicenti fau­tori di tali cammini, come si trattas­se di mar­chi re­gistrati o bre­vetti su cui accampare diritti. E in effetti pare pro­prio sia così; an­che in questo caso la fede e il culto sono sci­volati meschinamente nel business dei finanzia­menti regionali concessi ad associazioni culturali che promuo­vono seminari e dibattiti a sostegno e divul­gazione di tali inizia­tive. Addirittura alcune di queste novelle “aziende del culto” (aggiungerei io: “del Dio dena­ro”) sono arrivate ad affermare pomposamente di aver già indivi­duato il simbolo rappresentati­vo del Cammino nella Pintadera di età nuragica: pro­prio come un marchio di fabbrica. Un’altra azio­ne “sensation” in totale disaccordo con ciò che vor­rebbe rappre­sentare.

Sconcertato e sconfortato da tali manifestazioni di opportu­nistico materialismo, dopo aver percorso in bicicletta, in com­pagnia di un altro devoto, il piccolo Cammino di Santu Jacu da Siniscola a Orosei, ho definitivamente abbandonato l’idea di battere quello millantato come calcato dallo stesso San Giaco­mo, da Cagliari a Portotorres con nodo nevralgico a Mandas e altre diramazioni non ben definite. Lodevole l’intento di segna­lare il Cammino con una serie di simboli standardizzati, ma non si capisce perché ufficializzarlo come “Cammino di Santu Jacu” adottandone anche una simbologia mutuata da quella del Camino de Santiago in terra iberica.

Dal canto mio, senza inventarmi scusanti infantili di culto, da quando ho percorso nel 2010 il Cammino Giacobeo spagno­lo, ho un mio piccolo “pallino” particolare per San Giacomo  e tutto ciò che lo riguarda per cui amo documentarmi in merito e questo mi porta a scovare a volte notizie come quelle sopra cita­te. Da allora una sorta di moderata sete di spiritualità mi porta a unirmi a gruppi di camminanti su brevi cammini locali di fede, in attesa, non so quando, di tornare a calcare la rotta Ja­cobea. Con un po’ di timore per il crescente inquinamento com­merciale. Ma anche se sarà, cercherò di vederlo dall’interno di una mia bolla di fede personale filtrando tutto ciò che di turisti­co gli è e stato incollato negli ultimi tempi.