Altri cammini sono assurti agli onori della cronaca sulle glorie del Camino de Santiago. Pare infatti che da qualche anno a questa parte San Giacomo stia facendo proseliti anche in Sardegna con sos Camminos de Santu Jacu. “Sos”, plurale, perché siamo arrivati all’assurdo delle beghe mediatiche ed epistolari fra i sedicenti fautori di tali cammini, come si trattasse di marchi registrati o brevetti su cui accampare diritti. E in effetti pare proprio sia così; anche in questo caso la fede e il culto sono scivolati meschinamente nel business dei finanziamenti regionali concessi ad associazioni culturali che promuovono seminari e dibattiti a sostegno e divulgazione di tali iniziative. Addirittura alcune di queste novelle “aziende del culto” (aggiungerei io: “del Dio denaro”) sono arrivate ad affermare pomposamente di aver già individuato il simbolo rappresentativo del Cammino nella Pintadera di età nuragica: proprio come un marchio di fabbrica. Un’altra azione “sensation” in totale disaccordo con ciò che vorrebbe rappresentare.
Sconcertato e sconfortato da tali manifestazioni di opportunistico materialismo, dopo aver percorso in bicicletta, in compagnia di un altro devoto, il piccolo Cammino di Santu Jacu da Siniscola a Orosei, ho definitivamente abbandonato l’idea di battere quello millantato come calcato dallo stesso San Giacomo, da Cagliari a Portotorres con nodo nevralgico a Mandas e altre diramazioni non ben definite. Lodevole l’intento di segnalare il Cammino con una serie di simboli standardizzati, ma non si capisce perché ufficializzarlo come “Cammino di Santu Jacu” adottandone anche una simbologia mutuata da quella del Camino de Santiago in terra iberica.
Dal canto mio, senza inventarmi scusanti infantili di culto, da quando ho percorso nel 2010 il Cammino Giacobeo spagnolo, ho un mio piccolo “pallino” particolare per San Giacomo e tutto ciò che lo riguarda per cui amo documentarmi in merito e questo mi porta a scovare a volte notizie come quelle sopra citate. Da allora una sorta di moderata sete di spiritualità mi porta a unirmi a gruppi di camminanti su brevi cammini locali di fede, in attesa, non so quando, di tornare a calcare la rotta Jacobea. Con un po’ di timore per il crescente inquinamento commerciale. Ma anche se sarà, cercherò di vederlo dall’interno di una mia bolla di fede personale filtrando tutto ciò che di turistico gli è e stato incollato negli ultimi tempi.